Avevo voglia di scrivere un nuovo post sulla fotografia. E finalmente l'occasione si è presentata. E che occasione.
Ho sempre pensato che in qualunque campo ci si muova il segreto del successo risieda in due semplici parole chiave: professionalità e passione. Quando incontro un giovane fotografo i miei primi suggerimenti sono sempre gli stessi:
offrire una professionalità accurata e travolgere i clienti con la propria passione. Perché la passione arriva. E vi assicuro che nella maggior parte dei casi è l'elemento fondamentale che farà decidere per un fotografo rispetto ad un altro. Chi ha passione studia, si forma, ama quello che fa, coltiva come uno splendido dono la sua professionalità, e questa cosa rende speciale il suo modo di proporsi e davvero unico il suo lavoro finale. Perché per un fotografo innamorato del suo lavoro ogni scatto, ogni pagina di un album, ogni singola immagine deve essere perfetta, speciale, emozionante. Ma quali ingredienti vanno aggiunti ad un fotografo appassionato e professionale per renderlo un vero fotografo alternativo? Ho sempre pensato che in qualunque campo ci si muova il segreto del successo risieda in due semplici parole chiave: professionalità e passione. Quando incontro un giovane fotografo i miei primi suggerimenti sono sempre gli stessi:
Il vero fotografo alternativo in primo luogo sa ascoltare le esigenze dei propri clienti ed è disposto con flessibilità a costruire insieme il pacchetto giusto per loro. In secondo luogo un fotografo davvero alternativo sa partecipare all'evento senza interferire con la spontaneità dello svolgersi della giornata. Sa cogliere con discrezione i momenti più intimi e speciali e riesce ad immortalarli senza bloccare il fluire delle emozioni. Sa farsi da parte quando necessario, ma è anche capace di guidare gli sposi da lontano conducendoli quasi per mano durante una giornata così speciale e impegnativa. Il vero fotografo alternativo è simpatico, creativo, divertente, a tratti esilarante. In fondo si tratta di una festa e che cosa c'è di più bello di lavorare divertendosi insieme agli sposi e a tutti gli invitati?
In ultimo ma non per importanza, un fotografo alternativo propone un'ottimo rapporto qualità/prezzo. E non a caso ho evitato la parola "economico". Lungi da me invitare i fotografi a farsi sottopagare e spingere i futuri sposi a scegliere in base all'economia proposta. Semplicemente il mio è un invito a fuggire da quelle persone che, a fronte di dubbia professionalità, offrono pacchetti all-inclusive chiusi e per niente flessibili, per di più a prezzi spropositati.
Conosco Alessandro Vitiello praticamente da tutta la vita. Chi lo conosce come lo conosco io sarà sicuramente d'accordo con me che ci troviamo difronte ad uno dei pochi veri fotografi alternativi ancora in giro. Ed è per questo che voglio parlarvi di lui e del suo modo di fare fotografia.
Quando abbiamo scoperto di "muoverci" entrambi nel mondo wedding si è accesa una lampadina: perché non collaborare per la stesura di un post sulla fotografia? Alla mia richiesta di qualche riga sul suo lavoro da rielaborare per creare l'articolo, ecco quello che ho ricevuto... Ve lo propongo così com'è, per niente "ritoccato" per rimanere in tema fotografico o, come va molto di moda sui social, aggiungerei #nofilter! Non sarei stata capace di raccontarvi il lavoro di Alessandro in modo più chiaro, efficace e appassionato. Un tuffo nella fotografia, quella vera d'altri tempi. Un delitto privarvi di questa intensa lettura.
"Quando, qualche settimana fa, mi hai detto di voler scrivere di me, della mia passione, e di come intendevo io la fotografia, mi sono sentito inizialmente un pò perplesso. Per due semplici motivi: il primo, legato alla tua persona. Il secondo, chiaramente, alla mia. Eh si... Perchè tu Daniela, sei da sempre una di quelle persone che ci mette cuore e anima in quello che fa. E lo fa, per il piacere di farlo. Tu sei una di quelle persone in grado di parlare, di sorridere, semplicemente con gli occhi. Ed allora mi sono detto... E da qui il mio secondo dubbio... Com'è possibile che il mio hobby, possa in qualche modo "incontrarsi" con te? Ebbene si, parlo di hobby, di lavoro occasionale, perchè ad oggi, per lo Stato Italiano io rappresento questa categoria. Quella degli "occasionali". Avendo chiuso la mia vecchia partita iva, io non posso essere considerato un professionista a tutti gli effetti. Né posso spacciarmi come tale. Sarebbe contro la legge. Ma tant'è...
La mia attività come fotografo, è nata ufficialmente durante i primi anni del liceo, quando iniziai a “documentare” la mia prima occupazione scolastica… Erano i tempi della Pantera… Nel lontano 1989 credo. E’ da allora che iniziano i miei ricordi fotografici, i miei primi negativi, le mie prime diapositive e le mie prime foto. Chiaramente il “morbo” mi è stato trasmesso da mio padre, al quale spesso e volentieri rubavo la sua Pentax Spotmatic 1000 (tutta completamente manuale!), non disponendo di una mia macchina personale.
Erano gli anni delle pellicole, erano gli anni delle diverse sensibilità ASA, dei “flash cube”; erano gli anni in cui non ci si sognava nemmeno lontanamente di fotografare le portate al ristorante, ed i selfie già esistevano ma nessuno lo sapeva. Erano gli anni nei quali, quando scattavi una singola foto, lo facevi con la consapevolezza che tutto, ma proprio tutto, era al posto giusto. La luce, il diaframma, la messa a fuoco, il soggetto, l’inquadratura.
Tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000 ho iniziato a lavorare come free lance per alcuni quotidiani, regionali e nazionali, per “emigrare” poi nel 2001 (dopo la laurea in Architettura, ma senza aver mai dato l’esame di stato), a Milano, dove ho lavorato prima come assistente fotografo, e poi come fotografo per diverse Agenzie di moda. Nel 2008 il definitivo ritorno a Napoli.
Ad oggi purtroppo, il mondo della fotografia è radicalmente cambiato… Tutte queste “accortezze” sono ormai uno sbiadito ricordo. Il digitale ha praticamente appiattito qualsiasi professionalità o preparazione tecnica.
Attenzione però, quando dico appiattito, non voglio certo dire che non esistono più fotografi preparati e capaci; dico semplicemente che il digitale ha notevolmente abbassato l’asticella.
D'altronde fino ad una decina di anni fa, ci si rivolgeva ad un fotografo, perché solo lui sapeva come far funzionare una macchina fotografica, e solo lui era in grado di scattare, sviluppare e stampare delle foto.
Oggi, con il digitale, tutto questo non sussiste più. Qualsiasi fotografo “amatoriale” può permettersi il lusso di scattare per un singolo evento (matrimonio, festa, concerto, etc..) 1000 e più foto, sapendo che alla fin fine, magari un centinaio saranno “salvabili”.
La sostanziale differenza purtroppo sta proprio in questo. Nell’approccio. Nella gestione.
Mi piace credere che per lavorare a contatto con le altre persone, sia necessario immedesimarsi nei loro bisogni, nelle loro necessità, nelle loro esigenze. In sostanza non è possibile offrire a tutti uno stesso pacchetto. Dovrebbe essere deontologicamente vietato!
Se possibile dunque, evito di offrire pacchetti “standard” o “pre-confezionati”. Perché sono dell’idea che è necessario prima capire quali sono le esigenze del cliente, e poi magari provare ad indicargli una possibile strada da seguire. Sono convinto che i “pacchetti” offerti, debbano essere adattati di volta in volta in base al singolo committente; e non possano dunque essere uguali per tutti! E questo sia che si tratti di una coppia di futuri sposi, sia che si tratti di una modella che vuole realizzare il suo portfolio professionale, sia che si tratti della realizzazione di un catalogo.
E sai l’assurdo qual è? Che “l’alternativo”, allo stato attuale delle cose, è proprio questo!
Ma come puoi immaginare non sono sempre tutte rose e fiori. Rapportarsi e relazionarsi con il pubblico, spesso e volentieri di fasce sociali e di etnia completamente diverse, non è sempre semplice. Ed ho avuto anch'io i miei problemi. Così come ho fatto anch'io i miei sbagli. Ma è da quelli che credo si debba ripartire, perchè parafrasando qualcuno, cadiamo per imparare a rialzarci! Sarebbe bello e, a dirla tutta, fin troppo facile, riportarti molti dei commenti entusiastici della gran parte dei miei clienti. Per correttezza, però, dovrei allora condividere anche quelli negativi. Pochi o tanti che siano. Ecco perchè preferisco lasciare sempre che siano le immagini, le foto, a parlare... In quest'ottica, il mio sito web (www.alessandrovitiello.com), ha la sola pretesa di voler essere un libro “bianco”, su cui poter scrivere di volta in volta, sempre pagine nuove.
Ovviamente attraverso le mie foto."
Alessandro si arrabbierà moltissimo quando scoprirà che ho usato le sue parole... Da bravo fotografo a lui piace stare "dietro" l'obiettivo non davanti! Ma come rielaborare tanta forza e tanta passione?
"Quando, qualche settimana fa, mi hai detto di voler scrivere di me, della mia passione, e di come intendevo io la fotografia, mi sono sentito inizialmente un pò perplesso. Per due semplici motivi: il primo, legato alla tua persona. Il secondo, chiaramente, alla mia. Eh si... Perchè tu Daniela, sei da sempre una di quelle persone che ci mette cuore e anima in quello che fa. E lo fa, per il piacere di farlo. Tu sei una di quelle persone in grado di parlare, di sorridere, semplicemente con gli occhi. Ed allora mi sono detto... E da qui il mio secondo dubbio... Com'è possibile che il mio hobby, possa in qualche modo "incontrarsi" con te? Ebbene si, parlo di hobby, di lavoro occasionale, perchè ad oggi, per lo Stato Italiano io rappresento questa categoria. Quella degli "occasionali". Avendo chiuso la mia vecchia partita iva, io non posso essere considerato un professionista a tutti gli effetti. Né posso spacciarmi come tale. Sarebbe contro la legge. Ma tant'è...
La mia attività come fotografo, è nata ufficialmente durante i primi anni del liceo, quando iniziai a “documentare” la mia prima occupazione scolastica… Erano i tempi della Pantera… Nel lontano 1989 credo. E’ da allora che iniziano i miei ricordi fotografici, i miei primi negativi, le mie prime diapositive e le mie prime foto. Chiaramente il “morbo” mi è stato trasmesso da mio padre, al quale spesso e volentieri rubavo la sua Pentax Spotmatic 1000 (tutta completamente manuale!), non disponendo di una mia macchina personale.
Erano gli anni delle pellicole, erano gli anni delle diverse sensibilità ASA, dei “flash cube”; erano gli anni in cui non ci si sognava nemmeno lontanamente di fotografare le portate al ristorante, ed i selfie già esistevano ma nessuno lo sapeva. Erano gli anni nei quali, quando scattavi una singola foto, lo facevi con la consapevolezza che tutto, ma proprio tutto, era al posto giusto. La luce, il diaframma, la messa a fuoco, il soggetto, l’inquadratura.
Tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000 ho iniziato a lavorare come free lance per alcuni quotidiani, regionali e nazionali, per “emigrare” poi nel 2001 (dopo la laurea in Architettura, ma senza aver mai dato l’esame di stato), a Milano, dove ho lavorato prima come assistente fotografo, e poi come fotografo per diverse Agenzie di moda. Nel 2008 il definitivo ritorno a Napoli.
Ad oggi purtroppo, il mondo della fotografia è radicalmente cambiato… Tutte queste “accortezze” sono ormai uno sbiadito ricordo. Il digitale ha praticamente appiattito qualsiasi professionalità o preparazione tecnica.
Attenzione però, quando dico appiattito, non voglio certo dire che non esistono più fotografi preparati e capaci; dico semplicemente che il digitale ha notevolmente abbassato l’asticella.
D'altronde fino ad una decina di anni fa, ci si rivolgeva ad un fotografo, perché solo lui sapeva come far funzionare una macchina fotografica, e solo lui era in grado di scattare, sviluppare e stampare delle foto.
Oggi, con il digitale, tutto questo non sussiste più. Qualsiasi fotografo “amatoriale” può permettersi il lusso di scattare per un singolo evento (matrimonio, festa, concerto, etc..) 1000 e più foto, sapendo che alla fin fine, magari un centinaio saranno “salvabili”.
La sostanziale differenza purtroppo sta proprio in questo. Nell’approccio. Nella gestione.
Mi piace credere che per lavorare a contatto con le altre persone, sia necessario immedesimarsi nei loro bisogni, nelle loro necessità, nelle loro esigenze. In sostanza non è possibile offrire a tutti uno stesso pacchetto. Dovrebbe essere deontologicamente vietato!
Se possibile dunque, evito di offrire pacchetti “standard” o “pre-confezionati”. Perché sono dell’idea che è necessario prima capire quali sono le esigenze del cliente, e poi magari provare ad indicargli una possibile strada da seguire. Sono convinto che i “pacchetti” offerti, debbano essere adattati di volta in volta in base al singolo committente; e non possano dunque essere uguali per tutti! E questo sia che si tratti di una coppia di futuri sposi, sia che si tratti di una modella che vuole realizzare il suo portfolio professionale, sia che si tratti della realizzazione di un catalogo.
E sai l’assurdo qual è? Che “l’alternativo”, allo stato attuale delle cose, è proprio questo!
Ma come puoi immaginare non sono sempre tutte rose e fiori. Rapportarsi e relazionarsi con il pubblico, spesso e volentieri di fasce sociali e di etnia completamente diverse, non è sempre semplice. Ed ho avuto anch'io i miei problemi. Così come ho fatto anch'io i miei sbagli. Ma è da quelli che credo si debba ripartire, perchè parafrasando qualcuno, cadiamo per imparare a rialzarci! Sarebbe bello e, a dirla tutta, fin troppo facile, riportarti molti dei commenti entusiastici della gran parte dei miei clienti. Per correttezza, però, dovrei allora condividere anche quelli negativi. Pochi o tanti che siano. Ecco perchè preferisco lasciare sempre che siano le immagini, le foto, a parlare... In quest'ottica, il mio sito web (www.alessandrovitiello.com), ha la sola pretesa di voler essere un libro “bianco”, su cui poter scrivere di volta in volta, sempre pagine nuove.
Ovviamente attraverso le mie foto."
Ci conosciamo, è vero, siamo cresciuti insieme e non ho nessuna intenzione di nasconderlo. Ma con gli amici si diventa ancora più critici ed esigenti. Ed è una vera soddisfazione scoprire un professionista che si è fatto spazio in una città complessa come Napoli, patria della tradizione wedding della peggiore specie, lasciandola momentaneamente per acquisire una professionalità completa e all'avanguardia, per poi tornare e proporre con coraggio un modo di fare fotografia diverso e alternativo. Nonostante le porte in faccia. Nonostante la sleale concorrenza di chi cavalca l'onda delle varie e svariate mode. Nonostante il trovarsi costretto a relegare la fotografia nella sfera dei suoi hobbies e considerarlo come un semplice lavoro occasionale, a causa di un sistema malato che il più delle volte taglia le gambe ai giovani professionisti emergenti, seppur bravi e brillanti come lui. Una persona solare, simpatica ed empatica. Capace da sempre di porsi in ascolto dei propri interlocutori, unico nel modo di proporsi, eccellente nel risultato. Professionale, preparato e affidabile. Qualità semplici che rendono speciale il lavoro di un professionista davvero alternativo.
Chi mi conosce sa che non sono una dalla lode facile ma questa volta devo cedere ai complimenti senza se e senza ma. Se dovessi risposarmi una seconda volta, Alessandro Vitiello immortalerebbe l'evento. Sceglierei lui senza alcun dubbio per raccontare la mia storia.
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