Ringrazio la mia carissima e antica amica Daniela Scarpa per avermi ospitato nel suo Blog, concedendomi l’opportunità di ringraziare pubblicamente i miei amici Bruna e Danilo per aver voluto condividere uno dei momenti più belli della loro vita insieme con me, i propri cari e con tutta la città di Napoli: l’evento che sto per raccontarvi, infatti, era aperto a chiunque avesse voluto partecipare ad un momento di riappropriazione virtuosa di uno spazio pubblico abbandonato della nostra città – dando un’importante testimonianza della coesione e dell’amore che molti di noi (napoletani e non) condividono per questo bellissimo luogo.
Certe volte anche gli irriducibili cinici (come me) devono inchinarsi alla Meraviglia della Vita… inchini che, in realtà, i cinici (come me) gradiscono senza pari (perché il cinico vuole
soltanto sentirsi sconfessare, diciamoci la verità).
soltanto sentirsi sconfessare, diciamoci la verità).
Alla fine di luglio, la mia cara amica Bruna, durante uno scambio di affannosi dettagli lavorativi, m’impone senza mezze misure di tenermi libera per il suo matrimonio - col mio caro amico Danilo!!! - per i primi di settembre… L’amica cinica deve sempre fare la sua parte, sicché un goliardico “ma sei sicura? sei ancora in tempo!” era dovuto. “Sicura! Prepara il vestito bianco”, prontamente mi risponde. “Brunilla, io avrei già dato…” – “eh no! TUTTI in bianco! Andrà bene pure un copricostume con le espadrillas, basta che siano bianchi: uomini, donne e bambini… potresti infiocchettare anche il cane”.
E White Wedding sia (ma al cane il bianco non dona, sicché si decide di lasciarlo a casa).
Tutt’agosto il mio cellulare non mi dà tregua: notifiche anche alle due di notte per organizzare l’Addio al Nubilato. No, di questo non vi racconterò, ciò che accadde durante quella notte caprese me lo porterò nell’urna: vi basti sapere che il mio ruolo era quello di punzecchiare la Sposa coi miei “Sei ancora in tempo”.
Settembre si presenta con le sue piogge, ma del meteo non si può parlare, il matrimonio si terrà all’aperto - praticamente in strada - e chiunque avesse sollevato l’argomento ‘possibili precipitazioni (torrentizie)’ sarebbe stato depennato dall’elenco invitati: la Sposa ci voleva tutti positivi (al test del palloncino, quanto meno, considerata la quantità disumana di prelibato vino che lo Sposo aveva scelto - post estenuante wine-tour per le colline del beneventano, al quale si era ‘eroicamente’ sottoposto - nonché la predisposizione di spillette ‘free-bar’ dall’inequivocabile scopo).
Il sei settembre duemilaquattordici la pioggia si autoinvita comunque e alle sedici e trenta – ora prevista per lo sposalizio nel giardino del Quartiere Intelligente di Montesanto – gli invitati c’erano ormai tutti, Sposo compreso: la metà degli astanti si affannava nell’asciugare i candidi cappelli e gli chiffon inzuppati dal temporale in atto, al riparo negli spazi chiusi dell’Intelligente Associazione napoletana. La Sposa non arriva. Le amiche si guardano affrante: “Forse avremmo dovuto dissuaderli, almeno noi amici, le previsioni erano inequivocabili” – confessa la migliore amica. “Non siamo più in Tempo”, cinicamente rispondo. Ma ecco la Meraviglia.
Si può essere più bianchi del Bianco? Più luminosi del Sole? Più splendenti del Diamante? Ok, non vendo detersivi né dentifrici e vi posso assicurare che nonostante i duecentocinquanta biancovestiti niente spiccava più dello sfolgorante sorriso della felicissima Sposa, abbracciata al suo bianchissimo papà.
Ma voi l’avete mai vista una persona veramente Felice? Io l’ho vista sabato seisettembreduemilaquattordici sulle scale di Montesanto… e mi ha letteralmente abbagliato… me e il mio goliardico, inutile, cinismo.
L’ha vista anche il vitreo cielo partenopeo, che a quel punto voleva prendere parte a tanta Bellezza, spintonando le nuvole canzonatorie, che infine hanno dovuto proprio cedere.
La cerimonia ha avuto inizio: gli invitati, tanti gigli sul verdissimo prato del giardino segreto - nascosto dalle brutte palazzine anni 60’, adagiato in una culla dalle alte sponde di tufo e cemento – si sono disposti attorno agli Sposi. I due, finalmente insieme, hanno celebrato il loro rito magico, piantando un albero di limoni in un buco talmente profondo che si temeva di vederci inciampare l’entusiasta celebrante argentino, che festeggiava i suoi cari amici al grido di ‘Abbasso la Melocràzia! Viva la Limonuzione!’ (aveva anche una bacchetta magica, ma questa è un’altra storia).
Poi il Bacio… e che Bacio!
Poi gli abbracci… e i brindisi… e le corse dei bambini dietro ai palloncini bianchi e al gatto di turno (un infiltrato, bianco e nero).
La sera arriva, si illumina la festa: la fiumana biancovestita esce dalla ‘Qulla’ Intelligente e si riversa sulle scale del quartiere… sì proprio quelle, quelle scale solitarie, abbandonate, che costeggiano la funicolare di Montesanto. Spuntano tavoli e sedie e bianche tovaglie e cestini di vimini pieni d’ogni leccornia e bottiglie di vino e musicanti d’Oltralpe e tulle e candele e stelle filanti: che il bianco pic-nic urbano abbia inizio, tra lo stupore degli sporadici e tardivi passanti. Ma è Napoli questa? O si gira un film?
Questa è Napoli, miei cari, e come si organizzano i matrimoni qua, non ne vedrete altrove. Una città dove la notte è così bella che nessuno è capace di spegnerla nella tranquillità di un riposo silenzioso, perché qui la luce risplende troppo forte perché si chiuda occhio.
La festa continua: ci si riversa ancora nel giardino segreto, per ballare a perdifiato danze antiche e cantare e inseguire gatti e acchiappare bouquet e giarrettiere improvvisate.
A mezzanotte mia figlia è stanca e sporca di fango: la strappo alle danze promettendole doppia dose di confetti (quelli erano tutti colorati, invece) e la porto all’ovile, col nostro nuovo cestino pieno d’Amore e Meraviglia.
Miei cari DB, non amo particolarmente prendere parte ai matrimoni (di solito mi annoiano, li trovo costruiti, stucchevoli), ma il vostro è stato una delle esperienze umane più belle della mia vita e non lo dimenticherò mai, e sapete perché? Perché era tutto Vero, vero come siete voi, come il Sole e la Luna, vero come il vostro Impegno di tutti i giorni per lavorare alacremente nel mettere in risalto le Bellezze della nostra Città, ricercandole nei luoghi più difficili, più aspri, più veri, tanto da scegliere di trasformare uno dei momenti più importanti della vostra Vita Insieme in un ulteriore evento di rigenerazione urbana… Una cosa vostra, che vi appartiene, a cui dedicate le vostre ore insonni quotidiane.
Mia cara Bruna, mi sa che per tua fortuna non eri più ‘in tempo’ già da tanto tempo… da quando, ridacchiando sotto i baffi quattro anni fa, mi dicesti: “Da quanto te n’eri accorta?”
Come diceva l’altra celebrante (quella seria), i Soulmate sono fatti per stare insieme… e così sia, sacre creature.
Grazie per avermi riempito di Meraviglia.
Anna Sirica
Credits:
Foto: luciadovere photography
Catering: Luigi Perrotta
Location: Quartere Intelligente, Scala Montesanto 3, Napoli
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E non posso resistere dal postare il primo commento a questo emozionante e viscerale post. Probabilmente non saranno chiari alcuni dettagli della location, del rito, del buffet e di tutto il resto, ma quello che traspare dalle parole di un'invitata all'evento è che tutto è stato splendido, divertente, intenso e meraviglioso. Il matrimonio può essere questo, la realizzazione di un sogno. Anzi dovrebbe essere questo... Oppure può essere altro. Stucchevoli e freddi ricevimenti da mille e una portata conditi da tanta anonima noia. Un racconto alternativo anche nello stile, di pancia, fatto di sensazioni, di dettagli capaci di darvi la visione d'insieme di un giorno davvero indimenticabili per tutti!
RispondiEliminaun matrimonio davvero ben curato!
RispondiEliminaStupendi tutti in bianco.
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